Amore senza meriti
XXV Domenica t.o. - A
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Si può quantificare l'Amore di Dio? Possiamo chiedere a Dio un pagamento? Siamo consapevoli di ciò che riceviamo da lui, del suo generoso equilibrio? Magari in questi tempi in cui viviamo, tutti avessimo dovuto relazionarci con un proprietario buono e generoso come quello della parabola.
Questo ci porterebbe a cambiare il nostro metro di giudizio, perché Dio non vuole le nostre misurazioni calcolate. La sua misura è amare senza misura. Può questo turbare qualcuno? Forse alcuni sono dovuti venire nella vigna più tardi, perché non hanno saputo dell'offerta di lavoro o per altre difficoltà. Ci sono brave persone, come il proprietario, che cercano di trattare tutti con uguaglianza, dignità e giustizia, un atteggiamento che deve essere trasmesso a tutti i settori di questa società globalizzata. Lasciamoci convincere: stare con Gesù è già il tesoro più grande.
Non dimenticare. Come ci ricorda Patxi Fano, “a Dio non importa se sei il più alto o il più intelligente o il più laborioso o il migliore per amarti. Dio ti ama sempre moltissimo perché sei suo figlio. Dio solo sa come amare molto. Per lui siamo tutti i primi. Siamo il suo "numero uno". Dio non mi ama per i miei meriti. Non per il mio impegno. Mi ama perché è buono”. Ecco qui.
A qualsiasi ora verrai, Signore, sarò ansioso di andare a lavorare nella tua vigna. Che tu conti su di me è il miglior regalo che posso ricevere. Non può essere paragonato a nessuna retribuzione umana.
traduzione dal blog di Kamiano
Temi: amore di dio, gratuità
«1Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. 3Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, 4e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. 5Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. 6Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. 7Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
8Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. 9Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. 10Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. 11Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone 12dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. 13Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? 14Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: 15non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. 16Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Autore: Patxi Velasco Fano (home page)